Ogliastra, terra dolcissima, poetica, modellata dal creatore secondo il suo estro e ridipinta dalla forza della natura con colori variegati ed impreziosita da tutta una serie di costruzioni straordinarie (torri, fortilizi, tonneri), in cui la roccia, elemento apparentemente statico, sembra assumere cromacità poliedriche e variegate che finiscono inevitabilmente per rendere il nostro paesaggio il più bello ed interessante di tutta l’isola. Su tutto questo immenso anfiteatro di tonneri, di torri e fortilizi naturali, che esplodono nudi e caldi di colori dalle loro basi gonfie di macchie mediterranee e selve, sembrano voler cingere, amò di abbraccio, tutta l’Ogliastra e slanciarsi contro un mare adamantino e trasparente che sembra non conoscere alcun limite e si perde nell’orizzonte.
Su queste formidabili costruzioni, che mai genio umano potrà eguagliare nelle forme e nello spazio, spicca altissimo il torrione di Perda Liana (1293 m.) luogo esoterico, per alcuni, ma sacro e baluardo difensivo per i nostri progenitori che spesso e volentieri dovevano tenere a bada gli invasori di turno. Come un’assise di giganti dall’aria sorniona, questi stalli di roccia, che celano nel cuore molte grotte inesplorate e congiunte da una trama indecifrabile, di meandri, improvvisamente degradano verso la marina; così la vegetazione, corollario unitario di una natura feconda, adegua questo declinare ritmico e muta veste lungo il tragitto.
Ecco che l’Ogliastra, con sorpresa generale, ci propone una policroma polifonica di foreste d’elci, querce, castagni. Se ciò non bastasse a placare la curiosità dei visitatori, potremo notare i filari di ciliegi, mandorli, peschi, ulivi, avellani, nonché miti pentagrammi di vigne ed orti distribuiti razionalmente su gradinate di terrazze. Ma questa fiumana verdeggiante, come per magia, pian piano, declinando verso valle, diventa gracile ed aspra, con cisti ad orlare i frangenti di alcune colline, vinta interamente dal rosso cupo e dal viola di quelle alture di sasso.
La dolce rigogliosità ambientale ed una visuale moderna del progresso umano, compaiono all’improvviso e vengono a integrarsi nella piana di Tortolì e che paiono avocare a loro quell’oasi lussureggiante, costituita da tanti orti e giardini che circondano la cittadina costiera e creare di fatto, un collage omogeneo con il blu del mare e le acque dello stagno. Al di la delle suggestive immagini quasi a completamento della prospettiva teatrale del paesaggio, ecco apparirci il golfo di Arbatax, inquadrato dalle quinte del Monte Santo e di Capo Bellavista, che spalanca il suo boccascena d’acqua cristallina ed azzurrissima, dove un isolotto di porfido affiora con le sue guglie vermiglie, come una cattedrale delle navate sommerse.
Questa è una panoramica che l’Ogliastra ci offre da quasi tutti i paesi: da Villagrande ad Arzana, da Ilbono, Elini, da Glassai e da Ierzu, così come da Balnei. Ma lo scenario più variegato ed aperto lo si può cogliere da Lanusei perché da questa cittadina, in una sola volta, potete abbracciare, senza schermi, la vallata più ampia. Salendo sui punti più alti di questa realtà, urbana ogliastrina, ricca peraltro di storia e monumenti preistorici, (basti citare il villaggio nuragico di Selene), potreste gustare la freschezza dell’aria montana o l’allegria di quella marina. Ma l’Ogliastra, come abbiamo sottolineato, è una sorpresa continua che vale la pena di scoprire in tutta la sua bellezza dei boschi (Acquerì, Idolo, S. Barbara di Villagrande, Selene, Tricoli, l’altopiano di Balnei, Urzulei e Talana), del mare (Tortolì, Lotzorai, Girasole, S. Maria Navarrese, Barisardo, Cardedu e Tertenia), della collina (Lanusei, Elini, Ilbono, Gairo,Usassi, Loceri, Ierzu, Ulassai, Villagrande e Villanova), del lago (Flumendosa), delle grotte (Ulassai e Gairo) e dei siti preistorici, (presenti nei territori comunali).
Questo rincorrersi di panorami mozzafiato (altopiano di Balnei, Silvana, Taluna, Urzulei, la Ierzu, Perdasdefogu, la Ulassai, Ierzu, Lanusei – bivio Carmine e in direzione Usassi e Osini), rappresentano un biglietto da visita gratuito di tutto rispetto e che certamente contribuisce a dare una concreta e positiva immagine della bellezza unica a volte selvaggia di questo lembo di terra sarda. Se un intero paese (Perdasdefogu) può definirsi esempio mirabile di convivenza tra militari e civili, altri comuni (Balnei, Urzulei, Talana, Villagrande, Arzana etc..) possono, a buon diritto, rivendicare, non senza orgoglio, vere e proprie perle naturali come Gorropu (Urzulei) il Golgo (Baunei) i resti di antichi insediamenti (Villagrande Arzana) e via discorrendo.
Una Ogliastra da visitare e gustare in tutta la sua tradizionale ospitalità anche attraverso i prodotti tipici (culurgiones, prosciutti, vini e dolci) o le sagre tradizionali. Se è vero, come infatti pare lo sia, che esista un mal di Sardegna, noi ci auguriamo che possa verificarsi un uguale male, stavolta in stile ogliastrino, dal quale ci si può guarire soltanto facendovi ritorno. E il mio girovagare tra mito e memoria non è solo un fatto di cuore.
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