Rivista di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea

Le vie del mare:Villasimius-Tavolara_di Attilio Gatto

La vecchia tortuosa strada per Villasimius era stata faticosa, ma la villetta con vista sull’orizzonte fu rifugio sicuro, riposante. Avevo bisogno di evadere, di stendermi sull’erba, sotto la grande palma. Non cercai il mare quella mattina, non cercai la spiaggia. Mangiammo triglie comprate nella pescheria del paese, mentre i turisti ciondolavano sotto il sole pungente.

Gli uomini in bermuda, a torso nudo. Le donne avvolte in grandi foulard leggeri. Una ragazza bionda, sui diciott’anni, andava a spasso vestita con un David Bowie sovrappensiero, che fumava con la calma degli artisti soddisfatti. Mangiammo anche maialetto arrosto, cucinato lentamente, nel fuoco crepitante. Fu quando passammo alle pardulas che ricevetti la telefonata. I miei amici erano su, nel Nord dell’Isola, e io non ebbi un attimo di esitazione. Mi misi alla guida sulla Carlo Felice e arrivai in meno di due ore.

Ero stanco e raggiunsi l’albergo per cadere tra le braccia di un sonno leggero. La mattina dopo mi apparve, in lontananza, la sagoma di Tavolara, che con gli amici raggiungemmo in barca da Porto San Paolo. Il promontorio si apriva verso lingue di sabbia bianchissima, carezzate da acque turchesi. E noi ci lasciammo cullare tra storia e leggenda, pensando al Re di Tavolara, ai suoi discendenti che avevano amato quell’isola benedetta. Vicenda affascinante, misteriosa, pagine tra storia e leggenda.

Gian Maria Volontè

Fu il giorno dopo che puntammo verso La Maddalena. La piccola barca scopriva l’incanto dell’Arcipelago e tra le isole scegliemmo Budelli, paradiso dipinto di rosa. Non eravamo lontani dalle acque francesi e giù, in fondo al mare, la riserva protetta ospitava pesci d’ogni taglia che non avevano paura dell’uomo perché sapevano che nessuno avrebbe fatto loro del male. Il vento gonfiava le vele, tracciando sentieri tra le isole, dove il mare non era più mare, ma qualcosa di sublime, oltre la realtà, emozione e gioia, scoperta e avventure che colorano i pensieri e lì si fermano perché inesprimibili.

Troppa bellezza per essere portata a maturazione linguistica. Bellezza che evoca momenti magici, come quando ci recammo al primo festival dedicato al grande scrittore di cinema Franco Solinas, che qui andava in barca e pescava insieme agli amici. A quel festival, segnato dal mare, incontrai amici giornalisti, tra gli altri Alberto Rodriguez, ma anche attori e registi come Francesco Rosi, Nanni Loy, Gillo Pontecorvo. Ma soprattutto Gian Maria Volonté, che a La Maddalena ha vissuto, ha fatto L’istruttore di vela, e lì ha voluto essere sepolto, nell’isola vicino alle altre isole, davanti al mare.