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Una cena a 4 mani vista infinito. Il testimone di Armando Aristarco e Rocco De Santis per le nuove generazioni_ di Emilia Filocamo

In cucina, quando si parla di 4 mani, quasi sempre ci si aspetta una sfida, una “ tenzone” che, a colpi di ingredienti, texture, effetti scenici, tende a far primeggiare, a decretare un vincitore, un finalista che fagocita l’altro e lo adombra. Domenica 8 giugno, il Ristorante Belvedere del Caruso, sporto come un palco sullo scenario della Costiera Amalfitana,  ha dato prova di altro, ha dimostrato che, in realtà, c’è anche un  modo diverso  di intendere una cena a 4 mani e cioè come completamento, come testimone che si passa tra  due protagonisti, senza far avvertire l’interruzione,  lo iato, il passaggio da una concezione di cucina all’altra. Certo, è necessario comprendere la differenza che c’è nel piatto proposto, nella filosofia che lo precede e lo sottende, ma non necessariamente questa differenza deve tradursi in vittoria, in finalista, in prevalenza.

Con Armando Aristarco, Executive Chef appunto del Caruso e “genius loci” del Ristorante Belvedere, e Rocco De Santis, 2 Stelle Michelin ed Executive del Ristorante Santa Elisabetta dell’Hotel Brunelleschi di Firenze,   appunto domenica 8 giugno, questa magia è avvenuta. Senza difficoltà. Certo, si potrebbe obiettare o supportare la riuscita con il fatto che entrambi gli chef sono campani, dunque cresciuti con le stesse radici, con gli insegnamenti che, gioco forza, rimandano a sfogliatelle e ragù, a lava, mare, salsedine. Eppure c’è tanta esperienza in quelle radici ormai ingrossate e segnate con sentori, gavetta, suggestioni, insegnamenti. Al Ristorante Belvedere del Caruso, location in cui l’ospite è puntato verso il mare, anzi più precisamente in quel punto esatto in cui mare e cielo si addossano ed addensano diventando un’unica creatura, con le teste dell’artista Paolo Sandulli che, poste sui tavoli, sono sirene benauguranti, è accaduto questo: le esperienze dei due chef campani si sono confrontate, fuse, tenute per mano. Il risultato è stata una serata di alternanze mediterranei ed orientali, di sapori di famiglia svezzati nel mondo, di ricordi che non hanno mai lasciato casa e che ogni tanto vi fanno rientro  con convinzione. Riscontro entusiasta da parte degli ospiti e della stampa intervenuta.

Foto di Letizia Cigliutti

A confermare il tutto è Iolanda Mansi, General Manager del Caruso. “ In una formula, quella del 4 mani, che può apparire familiare se non  addirittura scontata, la novità è stata data proprio dal vedere una continuità tra i due chef, il menù era una stessa pagina letta a due voci che non cambiava nei contenuti, nei sapori autentici. La location, ovviamente, ha completato la magia”. Oggi è giorno di partenza. Rocco De Santis ha ormai lasciato il Caruso, ed Armando Aristarco torna ai suoi virtuosismi, ai suoi assoli come padrone di casa. Eppure, come sempre dopo qualcosa di bello che accade, resta il sentore di un’esperienza eccezionale, e non solo per il risultato, ma per ciò che si è vissuto dietro le quinte, mentre si chiamavano le portate o  addensavano le consistenze. “ Quello che ammiro di Rocco è la maniacalità, la precisione, la tecnica” ha commentato l’Executive Chef del Caruso. “ Le cene a 4 mani sono una scuola di confronto costante per noi chef” – ha affermato invece Rocco De Santis “ ma anche per i team, per le nuove generazioni che da queste occasioni possono trarre  motivazione ed ispirazione”. Come anticipato, oggi è il giorno dopo. Dopo una collaborazione senza fratture, senza prime donne ma con due campioni ex aequo per passione  e per voglia di comunicare. A passare tra le loro mani tutto il valore della terra generosa a cui appartengono, un’eredità che non accetta compromessi.